Cardiotossicità associata al farmaco antitumorale Sunitinib


Sunitinib ( Sutent ) è un inibitore multi-target della tirosin-chinasi; il farmaco allunga la sopravvivenza dei pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico e tumori stromali gastrointestinali ( GIST ).
Con l’impiego di Sunitinib sono emersi dubbi sulla sicurezza cardiaca.

Uno studio, coordinato da Ricercatori del Children’s Hospital di Boston, ha valutato il rischio cardiovascolare, associato con il Sunitinib, nei pazienti con tumori stromali gastrointestinali.

Sono stati esaminati in modo retrospettivo tutti gli eventi cardiovascolari in 75 pazienti con GIST metastatici, resistenti ad Imatinib, che erano stati arruolati in uno studio di fase I/II.

L’endpoint cardiovascolare composito era rappresentato da morte cardiaca, infarto miocardico, ed insufficienza cardiaca congestizia.

E’ stato esaminato anche l’effetto di Sunitinib sulla frazione d’eiezione ventricolare sinistra ( FEVS ) e sulla pressione sanguigna.

Sono stati valutati anche i meccanismi potenziali degli effetti cardiaci associati a Sunitinib, mediante studi in cardiomiociti isolati murini.

L’11% ( 8/75 ) dei pazienti, a cui erano stati somministrati cicli ripetuti di Sunitinib, ha presentato un evento cardiovascolare, tra cui insufficienza cardiaca congestizia nell’8% dei casi.

Il 28% ( 10/36 ) dei pazienti, trattati con Sunitinib al dosaggio approvato, ha presentato riduzioni della frazione d’eiezione di almeno il 10%, ed il 19% ( 7/36 ) riduzioni della frazione d’eiezione del 15% o più.

Sunitinib ha indotto aumenti nei valori medi della pressione sistolica e diastolica, ed il 47% ( 35/75 ) dei soggetti ha sviluppato ipertensione ( > 150/100 mmHg ).

Il Sunitinib ha causato danno miocardico.

Secondo gli Autori, la disfunzione ventricolare sinistra potrebbe essere dovuta, in parte, a tossicità diretta nei confronti dei cardiomiociti, esacerbata dall’ipertensione.
Pertanto i pazienti, trattati con Sunitinib, dovrebbero essere strettamente monitorati per l’ipertensione e per la riduzione della frazione d’eiezione ventricolare sinistra, specialmente quelli con una storia di malattia coronarica o fattori di rischio coronarici. ( Xagena2007 )

Chu TF et al, Lancet 2007; 370: 2011-2019


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